L’Atlante

Frutto della ricerca curatoriale, che ha coinvolto architetti, architetti paesaggisti e fotografi, e di una Open Call che ha generato oltre un centinaio di proposte inviate fisicamente per posta, l’Atlante è un processo di dialogo senza soluzione di continuità che trasmette l’idea dell’estrema diversità di significati attribuibili al paradiso nell’immaginario collettivo. L’Atlante si compone di costellazioni tematiche che raggruppano le immagini in narrative, essendo un processo dinamico, strutturalmente incompleto e aperto a nuove integrazioni nel corso dell’esposizione. Come archivio collettivo e partecipativo, l’Atlante analizza criticamente il ruolo dell’architettura in diverse scale e contesti, indagando come costruiamo, abitiamo e percepiamo ciò che ci circonda. Le sue pagine presentano centinaia di immagini e progetti, il cui fuoco non è la loro autorialità ma le relazioni – umane, con il paesaggio, con l’artificiale, con la produzione, con il naturale. Ogni visitatore svilupperà la propria lettura.

La devastazione degli incendi e la ricerca di rigenerazione territoriale, la necessità di produzione energetica e le possibilità di equilibrio ambientale o l’occupazione delle zone costiere sono alcune delle tematiche attuali legate al territorio. Le narrazioni puntano alla ricerca di paradisi idealizzati, tanto diversi da poter essere possibili e raggiungibili per ciascuno.

L’Atlante costituisce uno dei principali contenuti espositivi. A Venezia, sul tavolo dell’Atlante, sono presenti tutte le cartoline inviate, consultabili dal pubblico, aprendo così il dialogo, le possibilità e le interpretazioni. L’Atlante è presentato sotto forma di tre fascicoli disposti su questo tavolo: il volume dell’ATLANTE di immagini, che include le 36 risposte selezionate dall’Open Call; un secondo con l’elenco dei crediti; e un terzo dedicato ai testi – il testo curatoriale; tre saggi redatti dal saggista António Guerreiro, dalla ricercatrice e architetta Maria Manuel Oliveira e dall’artista Nuno da Luz.